In compagnia delle api
Novembre 30, 2017
Buon anno scolastico a tutti voi amici lettori, sia a quelli vecchi che quelli nuovi. Quest’anno, all’inizio dell’anno scolastico eravamo molto ma molto numerosi, grazie a tante piccole amiche. Infatti, all’entrata e all’uscita della scuola c’erano numerose api che ronzavano vicino al nostro cancelletto d’ingresso, quasi ci volessero accompagnare e salutare. In realtà erano attirate dal profumo dell’edera odorosa in piena fioritura che cresce avviluppata ad un palo della luce nel terreno adiacente il nostro cortile. Ebbene sì, quello su cui si nutrivano le api non è un albero, ma un semplice palo, che, nel corso degli anni, ha permesso la poderosa crescita dell’edera. Il fatto era curioso e la foto della pianta in questione ha fatto il giro degli amanti apicoltori, che l’hanno ritenuta una bellezza rara. Noi, per evitare punture non desiderate, per tutto il periodo di bottinamento, ossia la fase in cui le api operaie volano alla raccolta di nettare e polline, abbiamo spostato la nostra entrata e uscita dall’altro lato della scuola. E’ stata una occasione per riscoprire l’importanza di questo insetto comparso sulla Terra 30 milioni di anni fa e che ora si sta riducendo di numero a causa dell’inquinamento. Il valore delle api era noto già agli antichi Egizi, come si legge in un’iscrizione proveniente da un antico papiro egiziano (Salt 825) “Il dio Ra pianse, le lacrime scese dai suoi occhi caddero a terra e si trasformarono in api. Le api fecero il loro alveare e si operarono con i fiori di ogni pianta per produrre miele e cera. Così anche il miele e la cera d’api fuoriuscirono dalle lacrime di Ra”. Le api erano considerate sacre, un dono di Ra in persona, il quale aveva conferito loro un aspetto prezioso non solo per come queste contribuivano con la loro produzione all’economia e al benessere della società egizia, ma anche perché erano teologicamente importanti. Proprio per questo motivo il miele era utilizzato anche nei rituali, perché, oltre che conferire alle persone un incarnato dorato, si riteneva che fosse realmente sacro. E noi, dopo avere osservato e ammirato le api da lontano, le abbiamo rispettate lasciandole lavorare in tranquillità con la speranza che il miele che produrranno sia molto buono. Imparando anche un’altra preziosa lezione sulla possibilità di convivere pacificamente, senza pregiudizi, contribuendo ciascuno a proprio modo nel produrre qualcosa di buono. Come, in fondo, speriamo possa sempre fare la nostra società.