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Il Marione che c’è in noi


In febbraio abbiamo assistito a uno spettacolo teatrale proposto dal Comune di Grado intitolato “Il principe bestia”. Era uno spettacolo di teatro di figura, tratto da una novella popolare italiana del 1550 di Gian Francesco Straparola e rifatto in chiave moderna.
I nostri bambini si sono divertiti molto, l’attore era bravo, simpatico, e coinvolgente, ma soprattutto il messaggio trasmesso era molto importante.
La storia racconta di una regina che desidera un figlio perfetto e senza difetti. Le fate, per punire la sua arroganza, pronunciano un incantesimo e il bambino, Marione, invece di nascere come tutti gli altri, viene al mondo sotto forma di maiale. Tornerà umano solo dopo aver ricevuto il bacio di una sposa, che lo accetterà per quello che è, con le sue buone qualità più interiori, senza badare molto al suo aspetto. Ma non sarà del tutto uguale a un ragazzo, gli rimarrà il naso di maiale, perché ognuno di noi deve conservare la memoria del proprio passato. Dobbiamo mantenere la memoria di quello che eravamo, solo così apprezziamo quello che siamo e quello che saremo. Possiamo diventare le persone più belle, ricche, famose del mondo ma, se non ci ricordiamo da dove veniamo e quello che eravamo, perdiamo il riferimento con la nostra realtà. Il tema di questa storia è sempre attuale: l’essere sé stessi nonostante le apparenze.  Essere se stessi, anche quando ci si sente diversi dagli altri, ha un prezzo spesso molto alto, a volte si finisce per essere emarginati da un gruppo, ridicolizzati, esclusi. È più facile confondersi nella massa, annullando la propria individualità e omologarsi agli altri perché ciò richiede meno sforzo di pensiero, meno scocciature. Magari in un primo tempo si hanno più amici o più persone che ci cercano ma, con il passare del tempo, la nostra vera natura emerge. E le persone che ci hanno circondato possono sparire. Quindi non dobbiamo avere paura di essere noi stessi, e non soffochiamo il Marione che c’è in noi, le nostre qualità verranno apprezzate prima o poi, e quando succederà sapremo che il sentimento degli altri è sincero. Per dirla con le parole di Oscar Wilde, “sii te stesso, tutti gli altri sono già stati occupati”.

 

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