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Agricoltori di ieri e di oggi a confronto


Mercoledì 20 novembre sono venuti a scuola alcuni agricoltori che lavorano a Fossalon e noi li abbiamo intervistati. Sono i signori Sergio Bigolin, agricoltore storico fossalonese, i signori Nicola e Claudio, responsabili della ditta Rauscedo,  e Alessandro Bibalo presidente della Coldiretti. Dai loro racconti abbiamo potuto mettere a confronto come si lavorava una volta e come si lavora adesso.
Quali erano gli attrezzi che usavate? S.B. Pala, vanga, zappa e forca, con questi quattro attrezzi facevamo tutti i lavori. Lavoravamo da luce a luce. Io ho cominciato a lavorare per dovere, appena finita la scuola, poi, per piacere, perché mi sono appassionato. Noi contadini abbiamo cominciato a coltivare circa sessanta anni fa. Ci si arrangiava come si poteva, io per esempio, oltre a coltivare, allevavo colombi e conigli che poi vendevo agli agenti della Guardia di Finanza, e, come me, anche gli altri cercavano nuove strategie per riuscire a guadagnare qualcosa. Si cercava di seguire le richieste del mercato e si sperimentavano sempre nuove colture. Poi sono venute le macchine agricole e lì è cambiato tutto. Noi eravamo sprovveduti, non preparati e più di qualcuno si è fatto male, molti hanno lasciato il lavoro nei campi per andare a lavorare nelle fabbriche. Anch’io, sono andato via. Ora però, che sono in pensione, sono ritornato a lavorare la terra.
Anche lei ha iniziato a lavorare per dovere oppure per scelta? A.B. Io ho iniziato per scelta, dopo la scuola. Ora ho un’azienda agricola che produce frutta e verdura, facciamo confetture e salse e le vendiamo. Quindi lavoriamo in tutti e tre i settori: primario, secondario e terziario.
Lei che è il presidente della Coldiretti, quante aziende agricole ci sono qui? A.B. Noi abbiamo 121 iscritti, le aziende sono circa la metà.
Con i cambiamenti climatici alle porte, avete pensato di cambiare tipi di produzione? A.B. Sì, stiamo anticipando un po’ tutte le produzioni, inoltre si sta inserendo la coltivazione dell’orzo distico per la produzione della birra; alcuni hanno cercato di coltivare la canapa, ma manca una filiera di sostegno, cioè un insieme di altre aziende di supporto. S.B. Inoltre non dobbiamo dimenticare che gli effetti della bonifica si vedono ancora oggi, e per mettere una nuova coltura bisogna sperimentare vari anni per verificare se è una coltura adatta a questo tipo di terreno che continua a far venir fuori il salso dell’acqua del mare.
D’estate dovete bagnare tanto, c’è tanto spreco di acqua?  A.B No, oggi abbiamo dei sistemi innovativi di irrigazione e c’è un riciclo dell’acqua che ritorna in gran parte nel terreno. S.B. Una volta non si aveva tanto bisogno di bagnare, bastava già quella della pioggia.
E voi invece, da quanto tempo lavorate a Fossalon? N.V. La ditta Rauscedo, la cui sede è a Rauscedo, un piccolo paese ai piedi delle Prealpi Carniche, nel 1995 ha deciso di realizzare a Fossalon un campo di piante madri marze e così sono state piantate le prime viti. Ora abbiamo un’estensione di 136 ettari di vigneto da cui vengono prodotte 1240 uve diverse (bianche e nere). Le nostre viti servono a produrre altre viti, cioè noi produciamo “legni” per gli innesti. I vari pezzetti di legno vengono raccolti in fascine e portati a Rauscedo, dove vengono fatti gli innesti per i vari tipi di viti. Stato scelto questo posto perchè ci serviva un luogo lontano da altri vigneti per evitare il contagio di malattie. Le nostre viti sono resistenti alla peronospora e allo oidio, le due principali malattie delle viti, non sono Ogm, ma sono state prodotte da innesti selezionati.
Che concime usate? S.B Noi usavamo solo concime naturale, ogni contadino aveva la stalla con le mucche. A.B Noi usiamo sia concime naturale, sia chimico sia biologico.
Usate diserbanti? N.V. Sì usiamo dei diserbanti, ma con moderazione. A.B Anche noi li usiamo, ma non sono dannosi per l’uomo. S.B. Bisogna capire che senza diserbanti non si riesce ad ottenere nulla e i clienti non acquistano i prodotti “macchiati”.
Vi ringraziamo per la vostra disponibilità e buon lavoro.

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