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In gita sul Carso


Dopo quasi tre mesi che non ci vedevamo, in maggio abbiamo avuto l’opportunità di rincontrarci almeno virtualmente durante una lezione in streeming. In realtà questa lezione era una gita virtuale sul Carso. Noi eravamo molto emozionati nel vedere i volti dei compagni e dei maestri e anche un po’ in ansia per la paura di perdere la connessione.
La gita virtuale sul Carso è stata molto bella, istruttiva e soprattutto interessante, perché lo speleologo ci ha spiegato delle cose che non sapevamo e ce le ha illustrate in modo chiaro, quindi abbiamo compreso il tutto molto bene.
La prima cosa che ci ha colpito è che su questo altopiano non ci sono ruscelli, fiumi, laghi come sugli altri rilievi della nostra regione, ma l’acqua scorre sotto la roccia (in alcuni periodi non c’è perché piove poco) e quindi è più pulita, come ad esempio l’acqua del fiume Timavo che scompare sotto terra e poi riappare. Abbiamo capito che l’acqua scorrendo sotto le rocce le fa sgretolare e sciogliere. Ci ha anche fatto ridere quando lo speleologo ci ha detto che le rane cadono dentro agli inghiottitoi, senza volere, e dopo non riescono più ad uscire.
Quando ci ha parlato delle stalattiti e delle stalagmiti a qualcuno di noi è venuta in mente la grotta Gigante. Ci ha anche detto che le grotte si scoprono prevalentemente in inverno perché dentro la grotta c’è un clima costante di circa 12° e quindi fa più caldo rispetto all’esterno, per cui, se c’è la neve, questa si scioglie e si vede il buco.
Il clima costante è adatto per il proteo, un tipo particolare di salamandra che non ha completato la metamorfosi.
Quando Luca, lo speleologo, ci ha fatto vedere il video dei pipistrelli nella grotta Regina e ci ha detto che loro usano i suoni per orientarsi e li usano al posto della vista, abbiamo pensato che fossero straordinari.
Ci siamo stupiti quando ci ha detto che loro possono andare nelle grotte anche con dei canotti fatti a posta.
Molto belle erano le immagini delle formazioni a corallo e le stalattiti eccentriche che sono fatte dello stesso materiale del corallo marino. Quando vedevamo le foto o i video, sembrava di essere lì e strisciare come gli speleologi, attraverso quei stretti corridoi tra le rocce, al buio. Ci siamo stupiti anche della grandezza di alcune grotte, in cui si vedeva un omino piccolo piccolo in fondo ad una caverna enorme: era davvero impressionante!
Poter fare questa visita virtuale è stato veramente emozionante, però, speriamo, di poterla ripetere dal vero il prossimo anno e riuscire a veder qualche animale, magari un pipistrello o addirittura un proteo.

 

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